BUREAU OF PUBLIC SECRETS


 

 

Documenti della sollevazione anti-CPE in Francia

(febbraio–aprile 2006)

 

Aprire la breccia
Tutto è possibile ...
Viva il blocco generale selvaggio
Appello agli stranieri
Vittoria!

 

 

Nota introduttiva: Questi documenti sono solo un piccolo campione di quanto gli amici francesi mi hanno inviato o di quanto ho scoperto in rete. Spero che daranno un'idea del genere di cose che sono emerse lì e degli argomenti che sono state discussi. Vi sono anche numerosi collegamenti a risorse in rete dove ci si può informare sul movimento e sugli eventuali sviluppi che potrebbero esservi. Questi collegamenti saranno costantemente aggiornati. —Ken Knabb, 22 maggio 2006.

 


 

Aprire la breccia


Il caos per i nostri bambini

Il loro “Contratto di Primo Impiego” (CPE) ne è la prova supplementare: la guerra-lampo condotta dai capitalisti per ridurre i salariati alla condizione di sotto-classe di schiavi arriverà a buon fine se non si farà nulla per ostacolarla.

In questa lotta, coloro che hanno ancora delle illusioni sul prossimo avvenire di aver assicurato il proprio comfort nell'asservimento, al riparo di dittature, guerre, radiazioni, carestie e penuria energetica, sono dei suicidi.

Tu non ti integrerai in questa società, è questa società che ti disintegrerà. Farà il possibile per amputare la tua intelligenza perché tu sia incapace di constatare questa evidenza.

Se tu t'intestardisci a conformarti all'ordine sociale, la tua vita continuerà a deteriorarsi rapidamente e i tuoi figli non sopravviveranno. Presto non sarai più capace di adattarti facilmente a questa esistenza, costruita su un solo modello possibile, quella della produzione di nocività nella sollecitazione al consumo di quelle nocività nella noia e nelle restrizioni crescenti. E sei sicuro che, facendo il lacchè oggi, ti garantisci il tuo futuro?

Quale futuro?

La tua unica soluzione è di riscoprire la tradizione di lotta portata avanti dalla classe operaia e dai movimenti d'avanguardia.

Ora è il momento di prendere coscienza. Il momento in cui devi abbandonare il tuo scetticismo, la tua rassegnazione, le tue false preoccupazioni sul tuo ego, per combattere per la sopravvivenza dell'umanità, la tua, è questo, adesso.

Non aspettare di risvegliarti quando avrai un microchip sul braccio, che sostituirà il poliziotto nella tua testa.

Non aspettare di crepare di cancro, come tanti, sempre di più, dei tuoi vicini, per smetterla di filosofeggiare passivamente sull'inquinamento (se almeno tu filosofeggi) e comincia a cercare di salvare ciò che resta della natura.

Non aspettare di essere un “serial consommatueur” [consumatore seriale, ma non solo, perché nel consumo vi è qualcosa di omicida. Nota di Omar Wisyam] e di aver perso tutti i tuoi sentimenti umani per aprire gli occhi e cominciare a cambiare i rapporti tra le persone.

Non aspettare di essere incapace di lottare per cominciare a farlo. Sarà troppo tardi domani, se non ritorni alla radice del tuo essere, di te stesso, già adesso, se tu non ti radicalizzi. Nel campo avversario, loro, l'hanno già fatto.

E non dimenticare che ogni minuto guadagnato può assicurare la sopravvivenza biologica della specie che sta scomparendo, annientata dalla logica capitalistica.

Il tempo gioca contro di te.

 

Contrastare il loro Programma di Sterminio

I fanatici che sono al potere non avevano previsto che la rivolta della gioventù raggiungesse una tale ampiezza.

La loro urgenza di applicare il programma di distruzione della civiltà conforme all'agenda imposta dalle multinazionali li conduce a confondere la massa con quell'avanguardia della stupidità che monopolizza lo spazio mediatico. Questo errore strategico spinge la borghesia a irrigidirsi sulle sue posizioni.

Non potendo più convincere di niente, il Potere è deciso a stroncare ogni contestazione.

In queste circostanze, bisogna che l'unità tra tutti gli sfruttati si consolidi e si radicalizzi. Per farlo, è necessario che tu sia cosciente di essere un proletario, in un'epoca in cui il sistema educativo, sostanzialmente, non è che una fabbrica per formare il bestiame salariato per le condizioni di produzione.

La contestazione deve superare il quadro rivendicativo. È assolutamente necessario tenere a distanza le organizzazioni sindacali il cui programma si riassume oggi nel sabotare il potenziale contrattacco proletario che le sfide catastrofiche dei nostri tempi esigono

Questa situazione di scontro ci offre le preziosa occasione di riaprire i terreni pratici e teorici ostruiti da 30 anni, per porre di nuovo la questione di un nuovo mondo. Azioni autonome e liberi dibattiti sono già stati avviati.

Consolidiamo i contatti tra salariati, studenti medi ed universitari, disoccupati ed altri prigionieri e organizziamo l'azione dei gruppi autonomi di difesa!

La questione della Rivoluzione deve ritornare al centro dei dibattiti, ma evitiamo le formule consumate ereditate dai fallimenti del passato. In questo senso, è inevitabile stendere l'inventario delle aporie del pensiero rivoluzionario, per discutere sul modo per portare vittoriosamente la società ad una rimessa in causa fondamentale. Discutiamo le norme che intendiamo sostituire a quelle in vigore oggi, i principi che vorremmo proporre agli uomini per rimpiazzare le leggi inique del mercato ...

L'uomo ritroverà a tentoni il filo perduto.

RAPACES e FRANÇOIS LONCHAMPT
(marzo 2006)

 


 

Tutto è possibile ...


Dopo la rivolta dei giovani delle periferie, che hanno aperto una breccia contro la vera violenza sociale del Potere di coloro che hanno effettivamente distrutto tutto (convivialità, accoglienza, quartieri, impieghi, servizi pubblici, protezione sociale, salute, clima, risorse naturali, specie viventi, agricoltura, paesaggio ...) il movimento della gioventù studentesca contro il CPE-CNE e contro la legge sull'in-“eguaglianza delle possibilità” ha creato una situazione nuova e provoca la possibilità di un risveglio collettivo di milioni di persone.

Quando la macchina comincia a bloccarsi, anche gli ingranaggi cominciano a interrogarsi sulla loro funzione. La gente comincia a vedere più chiaramente nel lavaggio del cervello, nelle menzogne e nelle truffe organizzate.

La gente osa vivere, quello che non fa più di solito. I padroni, i capi e la gerarchia diventano inutili. Gli ordini non vengono più rispettati. I muri della separazione crollano. Le questioni individuali si trasformano in questioni pubbliche, mentre le questioni pubbliche che sembravano lontane ed astratte diventano questioni pratiche ed immediate. L'ordine stabilito è analizzato, criticato, preso in giro. Le persone ricominciano a parlarsi. Come si ferma il lavoro salariato, la pressione frenetica del tempo calcolato crolla come una cappa di piombo. La propaganda pubblicitaria, i politici e la montatura mediatica monologano nel deserto. Il consumo passivo divenuto risibile come vuoto da riempire è rimpiazzato dall'incontro, dal confronto e dal dialogo. Il problema del denaro può perdere il suo carico d'angoscia nello sviluppo della solidarietà, se la contestazione si estende e prende a travolgere le strutture del dominio.

Esperienze come la Comune di Parigi, le collettività della Spagna libertaria, l'autogestione, i consigli operai, la democrazia diretta, che sono state per molto tempo emarginate riemergono, per esempio, nelle assemblee generali sovrane. Tutto sembra possibile e molte cose lo diventano veramente. La gente impara più cose sulla società in una settimana che durante degli anni passati a studiare le “scienze sociali” all'università o a farsi indottrinare dalla propaganda a ripetizione dei detentori della verità.

Al di là dell'obbligatorio preliminare del ritiro del CPE, la gioventù pone la questione del suo avvenire, che è anche l'avvenire del mondo. Ma la dittatura dell'economia capitalista ha già risposto: aumento di produttività, concorrenza, mercificazione di tutte le attività umane, potenza industriale-militare, sfruttamento, disuguaglianze crescenti, disoccupazione, miseria e barbarie. Quel mondo demenziale, quella società lì, la gioventù proletarizzata di oggi afferma con forza di non volerli. Di fronte alle strategie politiche di ricambio che non mancano di riapparire, i poveri ridiventano una figura pericolosa per tutti i poteri e nell'azione collettiva diretta essi riscoprono le loro capacità di pensiero, d'iniziativa, di solidarietà e di auto-organizzazione.

CNT (liberamente adattato da “L'effervescence des situations radicales” L'effervescenza delle situazioni radicali*)
(Rhône, 18 marzo 2006)

*Varie frasi tratte da La Joie de la Révolution (traduzione francese di The Joy of Revolution — La gioia della rivoluzione – di Ken Knabb) circolavano nel movimento — postate sul web, inviate nelle mail-list o adattate nei graffiti e nei volantini, in alcuni casi da persone che ne ignoravano la fonte e che presumevano si trattasse di un testo scritto sugli avvenimenti attuali. Il volantino sopra riportato, prodotto dai membri della sezione di Rhône della CNT (Confédération Nationale du Travail, un sindacato anarchico), incorpora o adatta alcuni passi del Capitolo 3 a proposito delle situazioni radicali. [Nota del Bureau of Public Secrets]

 


 

Viva il blocco generale selvaggio


Lo sciopero era il modo d'azione dei secoli passati.

Il blocco è a poco a poco divenuto il nuovo modo d'azione della nostra epoca: Bloccare le facoltà, le scuole superiori, le strade, gli uffici, le fabbriche, i magazzini, i media, internet, etc. Ecco la soluzione o l'inizio della soluzione.

Bloccare Parigi deve essere il fine da raggiungere.

I veri casseurs (teppisti) sono i capitalisti in colletto bianco e cravatta.

La vera racaille (teppa) è la teppa borghese, le sue menzogne, il suo sfruttamento, i suoi bei quartieri, la sua sottomissione al mercato, alla redditività al 15%.

La democrazia è la democrazia diretta delle assemblee generali, non quella del Parlamento, del resto disprezzato da un Villepin ...

La vita non è il 10%, il 50% neanche il 100% dello SMIC. Non è leccare il padrone per non essere cacciato fregando i propri colleghi e svolgendo mansioni imbecilli. Non è neanche andare a votare per un candidato qualunque che tradirà le sue promesse.

Mai da molto tempo non si era stati così vicini alla “rottura”, quella vera, con un sistema che sembra incrollabile ma è in fondo così fragile.

Ancora uno sforzo per rovesciarlo.

LES AFFRANCHIS (Gli affrancati)
(Parigi, 28 marzo 2006)

 


 

Appello agli stranieri

 

Noi vediamo che la vostra stampa, le vostre televisioni, le vostre radio ci presentano come dei pazzi egoisti che rifiutano i “necessari cambiamenti” che i re dell'economia pretesa “liberale” decretano.

In verità, noi combattiamo una legge che ha come scopo distruggere i diritti dei lavoratori, che le lotte dei nostri progenitori avevano conquistato. Noi combattiamo una legge che stabilisce che i padroni potranno cacciarci quando vogliono senza doverci dare spiegazioni e senza dover pagare indennità di licenziamento. Noi combattiamo la tendenza generale di un preteso “modernismo”, applicata dalla maggior parte dei governi, che mira a ricreare le condizioni di quasi schiavitù che regnavano nel XIX° secolo per i lavoratori e i disoccupati, prima che il movimento proletario riuscisse a imporre dei cambiamenti sociali.

Agendo in questo modo,noi non ci battiamo solamente per noi e per i nostri figli ma per il benessere e la dignità di tutti gli esseri umani. Non credete all'immagine caricaturale che di noi la vostra stampa vi presenta. Contestate quell'immagine.

Se sono così agitati contro di noi, è perché hanno paura che voi possiate prendere esempio dalla nostra ribellione. Hanno paura che voi facciate come noi. Ed hanno ragione, perché siamo tutti nella stessa barca.

Noi non vogliamo che questa barca venga affondata dagli attuali padroni del pianeta, che accumulano sempre più denaro mentre costringono sempre più gente alla povertà e alla miseria. Ammutinati contro questi capitani distruttori, noi cerchiamo di dirigere questa barca verso un mondo migliore.

Sosteneteci. Unitevi a noi.

UN GRUPPO DI SCIOPERANTI
(Saint-Nazaire, 3 aprile 2006)

 


 

Vittoria!


Il MEDEF [Mouvement des Entreprises de France], organizzazione rappresentativa padronale, vuole esprimere, attraverso questo comunicato, tutta la sua soddisfazione riguardo gli ultimi avvenimenti.

In effetti, il ritiro del CPE, ha svolto perfettamente il suo ruolo di osso gettato in pasto ai sindacati, con la complicità dei media. Questa manovra ha permesso di salvaguardare ciò che vi è d'essenziale per noi nella legge sull'uguaglianza delle possibilità e nei provvedimenti precedenti: CNE, apprendistato a 14 anni, lavoro notturno a 15 anni, lavoro notturno per le donne, RMA, CIVIS ...

L'essenziale del nostro progetto di flessibilità e di precarietà generalizzate è stato salvato!

D'altronde, noi ne usciamo fuori ancora una volta come i veri vincitori, dato che gli aiuti diretti e indiretti agli imprenditori (riduzione dei carichi sociali, sovvenzioni per le assunzioni) saranno aumentati. Visto questo risultato netto, chiediamo l'apertura immediata di nuovi negoziati!

Un tale successo non sarebbe stato possibile senza il sostegno assiduo e continuo dei sindacati, che hanno fatto tutto il possibile per spegnere il movimento sociale. Che siano ringraziati tramite un aumento sostanzioso delle loro sovvenzioni.

In effetti, per noi il grande pericolo sarebbe stato che la contestazione globale emersa in occasione di questo movimento si estenda e si intensifichi, sulle sue stesse basi autonome, senza sindacati né organizzazioni politiche, strutturata in assemblee generali decentralizzate e praticando azioni dirette di blocchi mobili.

Lo sciopero generale è stato evitato, tutto è bene ciò che finisce bene.

Sappiamo di poter contare su tutti i partiti politici, di destra e di sinistra, per impedire ogni rinascita del movimento, appellandoci all'attesa dei risultati delle elezioni del 2007.

Viva la Francia, Viva la Repubblica,

Viva la flessibilità e la crescita economica,

E soprattutto viva il denaro!

P.S.: non possiamo evitare di ringraziare il ministro dell'interno, per aver saputo manganellare, schedare ed arrestare tutti quei giovani rivoltosi che in ogni modo non sarebbero stati mai dei lavoratori docili ed obbedienti.

Firmato: Il Comitato Esecutivo del MEDEF
10 aprile 2006

(p.p.v.: Collettivo Libertario della Val d'Oise)

 


Versione italiana di Documents du soulèvement anti-CPE en France, traduzione di Omar Wisyam. Vedere anche Riflessioni sulla sollevazione in Francia.

No copyright.

Voir aussi en français: Réflexions sur le soulèvement en France, Graffiti du soulèvement anti-CPE en France, et Ressources sur le soulèvement anti-CPE en France.


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